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Scendere dal camper alla Spezia significa fare una scelta. Non è una di quelle soste obbligate, sulla strada verso le Cinque Terre. È una decisione consapevole: vi fermate all’Area Sosta Camper ATCMP in Via Valdilocchi perché sapete già che la città nasconde qualcosa di profondo, qualcosa che va oltre il panorama marittimo. La Spezia è un porto militare con una storia plurisecolare, ma soprattutto è una città dove l’arte, l’archeologia e la memoria culturale si intrecciano in modo sorprendente.

Quando vi svegliate la mattina al parcheggio (GPS: 44.108872, 9.861651), il Golfo dei Poeti non è il vostro obiettivo principale. Non stavolta. Oggi scoprirete che una città può offrire molto più di quello che vi aspettate, e che portare i vostri figli in un museo non è una concessione al cattivo tempo, ma un’esperienza che cambia il modo in cui guardate la storia.

Museo Amedeo Lia

una Collezione Privata

La mattina è il momento migliore per iniziare. Dirigetevi verso Via del Prione, dove il Museo Civico Amedeo Lia vi aspetta in quello che una volta era il complesso conventuale di San Francesco di Paola. Non è una struttura museale fredda e grigia. L’edificio stesso respira storia, e quando varicate la soglia, capite subito che non siete in un museo qualunque.

Il Museo Lia esiste per una ragione bellissima: un uomo, Amedeo Lia, ha deciso di donare alla città la sua intera collezione privata—oltre 1200 opere che coprono quasi mille anni di storia dell’arte europea. Dalle tavole del Trecento ai capolavori del Rinascimento veneziano, passando per dipinti del Seicento fiammingo e opere di maestri come Tiziano, Tintoretto e Veronese. Non è una collezione tematica costruita secondo una logica curatoriale moderna. È il ritratto di una passione personale, di un occhio colto che ha imparato a riconoscere bellezza attraverso i secoli.

Quando entrate con i vostri figli, il primo piano vi sorprenderà. È quasi interamente dedicato alla quadreria—pareti intere coperte di dipinti che raccontano come l’uomo ha rappresentato il mondo dal Medioevo in poi. I vostri bambini noteranno il contrasto: i volti rigidi e allungati delle figure bizantine, poi progressivamente l’emergere della prospettiva, la warmth dei colori veneziani, la tensione drammatica delle composizioni del Seicento. Non è didattica storica. È la storia dell’arte che diventa visibile.

Al secondo piano, la collezione si dilata in altre direzioni. Ci sono miniature miniaturissime, capolavori di precisione su pergamena dal XIII al XVI secolo. Ci sono sculture, oreficerie, manufatti in cristallo di rocca e avorio. C’è un autoritratto del Pontormo—uno dei maestri del Rinascimento fiorentino—che quando lo guardate fisso nei vostri occhi comunica una vulnerabilità sorprendente.

L’esperienza qui non è frettolosa. Potete muovervi al vostro ritmo. Se vostro figlio si ferma per dieci minuti davanti a un dipinto, nessuno vi urge a proseguire. È una delle caratteristiche dei musei minori: offrono la possibilità di abitare lo spazio, non solo di attraversarlo.

Dettagli pratici: Via del Prione 244. Orario: da martedì a domenica, 10:00-18:00. Biglietto: intero €5,00; bambini gratis. Non è un museo affollato, specialmente nei giorni infrasettimanali.

il CAMeC

L'Arte del Novecento Italiana in Uno Spazio Rinato

Nel pomeriggio, dirigetevi verso il CAMeC—Centro d’Arte Moderna e Contemporanea. Questo museo ha riaperto da poco (ottobre 2024) dopo un importante lavoro di restyling, e quello che emerge è una struttura profondamente rinnovata, sia negli spazi che nella concezione curatoriale.

Il CAMeC ospita tre raccolte distinte. La raccolta Cozzani comprende oltre 1200 opere che ripercorrono i movimenti delle avanguardie storiche del Novecento: l’Espressionismo, la Bauhaus, l’Arte Povera, la Pop Art, il Fluxus, la Body Art, la Transavanguardia. Se volete capire come l’arte italiana si è confrontata con le grandi correnti internazionali del secolo scorso, questo è il luogo. La raccolta Battolini rappresenta sessant’anni di ricerca critica, con contributi dei protagonisti delle storiche edizioni del Premio del Golfo.

Ma quello che rende il CAMeC speciale è la sala dedicata al Premio del Golfo stesso. Questo premio nazionale di pittura è stato ideato nel 1933 da Marinetti e Fillia—sì, gli stessi futuristi—e rappresenta uno dei più importanti riconoscimenti per l’arte italiana contemporanea. La sala è costruita in modo che i colori stessi evochino Porto Venere, la famosa palazzata che vedrete se avanzerete verso le Cinque Terre. Tra le opere premiate, troverete lavori di Carla Accardi, Renato Birolli, Emilio Vedova—artisti che hanno definito il panorama artistico italiano del dopoguerra.

Qui, diversamente dal Lia, state guardando l’arte come specchio del presente. Ogni movimento, ogni scelta compositiva, comunica un momento storico specifico. I vostri figli potranno vedere come la forma stessa dell’arte cambia quando cambiano i tempi, quando cambiano le domande che gli artisti si pongono.

Dettagli pratici: Orario: martedì-domenica 10:00-18:00 (primo venerdì del mese fino alle 22:00). Biglietto collezione permanente: €10,00 (intero); €5,00 (ridotto per under 26, over 65); gratis under 18, residenti provincia. Il museo è strutturato su più piani e perfettamente accessibile con bambini.

"Ingresso museo CAMeC"

“interno del museo CAMeC”

Castello San Giorgio

Archeologia e Panorama

Se ancora avete energie, salite al Castello di San Giorgio. Non è solo un museo archeologico—è una fortificazione che domina la città da un colle, offrendovi una vista a 360 gradi del Golfo. L’ascensore vi porterà quasi in cima (un’agevolazione preziosa con bambini stanchi).

All’interno, il Museo Civico Archeologico espone i reperti che raccontano la storia della Spezia prima del grande Arsenale navale del XIX secolo. Frammenti romani, monete, oggetti del quotidiano che trasformano la città da nome astratto in luogo abitato da persone vere. È un museo meno “spettacolare” degli altri, ma proprio per questo motivo comunica qualcosa di autentico. Non state guardando il capolavoro artistico. State guardando le tracce di vite vissute.

La vera magia, però, è la vista. Quando uscirete dalle sale espositive e varverete i bastioni, vedrete il Golfo dei Poeti distendersi sotto di voi, vedrete Porto Venere all’orizzonte, vedrete la costa ligure che si perde verso nord. I vostri figli capiranno visceralmente perché una città è nata qui, perché una fortezza è stata costruita proprio su questo punto.

Dettagli pratici: Raggiungibile a piedi dal centro, ma l’ascensore interno è essenziale con bambini. Biglietto: pochi euro. Orario variabile—conviene verificare prima della visita.

“ingresso al castello/museo”

“le Statue stele”

Museo Etnografico

Storie di Comunità

Se avete un’mezza giornata ulteriore, il Museo Civico Etnografico Giovanni Podenzana (nella nuova sede dell’ex oratorio quattrocentesco di San Bernardino da Siena) merita una visita. Ospita oltre 3500 oggetti di etno-antropologia raccolti tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900.

Cosa significa? Significa stoviglie, attrezzi agricoli, tessuti, costumi tradizionali della Lunigiana storica, e anche artefatti provenienti da Oceania, Nuova Guinea, Americhe, Cina, Giappone e Africa. È la memoria materiale di come le persone vivevano, lavoravano, si vestivano, celebravano. Per i bambini, è affascinante: non sono opere d’arte consacrate, sono oggetti che la gente usava davvero, toccava davvero.

C’è una sezione dedicata ai costumi e alla tessitura al telaio che comunica in modo profondo come il lavoro manuale era centrale nella vita. Se portate i vostri figli qui, capiranno qualcosa di essenziale sulla continuità umana—che dietro ogni oggetto c’è una mano, una scelta, una storia.

altri musei

Per Chi Scava Più Profondo

Se La Spezia vi affascina e volete tornare, ci sono altri musei. Il Museo Tecnico Navale vi porterà nella storia della Marina Militare italiana. Il Museo Diocesano (su tre piani) ospita arte sacra di grande valore. Il Museo del Sigillo conserva la più completa collezione di sigilli mai riunita al mondo—dal IV millennio a.C. ai giorni nostri. Il Museo Nazionale dei Trasporti è dedicato ai filoveicoli e ai mezzi pubblici.

Sono tutti musei “di nicchia” in termini di flusso di visitatori, ma esattamente questo li rende speciali. Offrono la possibilità di esplorare senza affollamenti, senza quella sensazione di essere parte di una mass esperienza turistica.

“opera esposta al museo Lia”

“opere esposte al CAMeC”

conclusioni

Tornare al Camper

Dal centro storico dove si concentrano i musei, potete scegliere tra diverse opzioni. Se preferite i trasporti pubblici, le linee S e L dell’autobus vi porteranno fino a pochi passi dall’area sosta: circa 850 metri a piedi dalla fermata all’Area ATCMP. Se siete in buona forma fisica e il tempo è clemente, la bicicletta è un’opzione piacevole—sono circa 4 chilometri dal centro, un percorso che vi permette di attraversare la città e osservare come il tessuto urbano cambia man mano che vi allontanate dalle zone museali.

La sera, la vostra prospettiva sulla Spezia sarà diversa. Non è più solo il porto e la stazione dove prendere il treno per le Cinque Terre. È una città che ha scelto di preservare la bellezza—sia quella classica che quella contemporanea—e di offrirla senza pretese.

Questa è la magia dei musei minori, soprattutto quando li visitate con una famiglia in camper. Non state facendo turismo di massa. State avendo un’esperienza consapevole di una comunità che ha deciso cosa vuole essere e cosa vuole trasmettere. I vostri figli porteranno con loro non solo le immagini di quadri e manufatti, ma anche la sensazione di aver toccato, anche solo con lo sguardo, la continuità della cultura umana.

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